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“Ci sono tante emozioni che si agitano dentro di me, ma quella più grande è il senso di gratitudine per questa piccola, grande donna che è Maria Agrippina Amantia, poetessa di protesta e denuncia, come lei stessa si definisce. Ma soprattutto una persona straordinaria e un’amica fantastica. Per me è stato un onore lavorare con lei a questa sua ultima fatica letteraria, è stato difficile ma bellissimo. Non sono un editor professionista, dalla mia ho solo la passione e la poca esperienza che ho accumulato nel mondo del self-publishing. Tuttavia questo è un concentrato di sentimenti che vi travolgeranno, vi lasceranno senza fiato e vi faranno dire insieme a noi, Viva la Vita! Grazie Maria.” Anna Maria Lo Coco

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"Ho sempre pensato che siamo tutti paragonabili ad un cellulare o ad un PC. Tu lo compri e in dotazione hai delle app o dei file. Sono lì pronti per essere usati, ma non li usi, sembrano anonimi, morti. Un giorno, ecco l’occasione giusta, ci clicchi sopra et voilà, pronta all’uso. Dentro ognuno di noi, ci sono ben programmati dei file pronti. Non sono un medico, nemmeno una ricercatrice, eppure è così che mi spiego il perché certe malattie sopraggiungano così all’improvviso. Uno dei tanti medici che ho incontrato durante il mio percorso di ammalata, un giorno mi disse: “Si ricordi che i nostri anticorpi camminano di pari passo con le nostre emozioni.” Ha ragione? Penso di si. I nostri vecchi solevano dire che in certi casi “Il nostro sangue si fa acqua.” Scrivo da sempre, però solo da alcuni anni ho deciso di esternare e condividere i miei sentimenti con tutti voi. Questa è la seconda opera letteraria che decido di pubblicare e già molti di voi mi conoscono, ma per chi ancora non mi conoscesse, mi presento. Maria Agrippina Amantia Mi chiamo Maria Agrippina Amantia, nasco sessantotto anni fa a Mineo (CT), patria di Luigi Capuana. Il mio percorso biologico non è stato una passeggiata, mi è sempre sembrato di fare una corsa ad ostacoli che non è ancora finita, tuttavia sono attaccata alla vita come non mai, nonostante mi abbia colpito più volte togliendomi affetti grandi e straziandomi il cuore e l’anima di madre. Nonostante adesso mi abbia lanciato la sfida più grande, io però non ho paura della morte, cado spesso e mi rialzo, voglio affrontare ciò che mi resta da vivere con il sorriso, in armonia con tutti, in guerra con nessuno. Chi mi conosce sa che vado sempre al sodo, che non mi sono mai arresa davanti a niente e adesso sono qui, combatto da dieci anni, mica un giorno! Ho fatto quello che fanno tutti, mi sono affidata ai medici. Non sono andata a cercare cliniche asettiche e costose, luminari stranieri che viaggiano in lungo e in largo, che hanno cliniche da miliardari, no! Siamo nell’era tecnologica, dove basta un click per mettere in contatto intere nazioni, basta che un ricercatore scopra qualcosa che in pochi secondi la notizia diventa virale, basta che un’azienda farmaceutica scopra un nuovo farmaco che parte un protocollo e quel farmaco sarà usato in tutto il mondo! Dunque se un ospedale di Tokyo deve curare un ammalato di tumore al seno, quel protocollo sarà uguale al protocollo di un ospedale di Milano o di Torino o di Palermo! Cosa cambia dunque? I servizi? Beh certo, se vado in un albergo a cinque stelle avrò necessariamente dei servizi in più, camminerò su soffici tappeti, sarò accompagnata in camera da un cameriere in livrea, userò asciugamani di spugna sofficissima, ma se voglio guardare un film in televisione, mi cambia vederlo in un televisore di una certa marca? Mi cambia fare una telefonata da un telefono più costoso? Dai ragazzi siamo seri! Una cinquecento arriverà con qualche ora di ritardo a Viva la Vita destinazione, ma ci arriverà, né più né meno come una Ferrari. Signori, a me in otto anni, a Palermo, non mi sono mancate le coccole. L’umanità degli infermieri, la professionalità dei medici. Non mi è stato mai fatto sgarbo, certo l’ospedale Cervello non è paragonabile a una clinica di Boston, ma chi se ne frega! Le volontarie dell’AIL, credetemi, mi hanno sempre fatto sentire amata. Il mio dottore mi ha curata, la psicologa mi ha supportata, gli infermieri tutti li ho chiamati per nome. Non sono stata un numero. Mai! Adesso ho un tumore nuovo. È diverso, questo è più aggressivo, infausto, non ha sbocchi. Ho rifiutato la chemio, ho rifiutato interventi invasivi. Una mia scelta. Amo la VITA, come tutti. Lo grido forte ogni giorno, che vuol dire? Amo anche la morte. Ogni giorno la sfido ad armi pari, col mio corpo, con la mia anima. Chi ho vicino? Tutti: amici virtuali che mi sostengono da mane a sera, amici reali che sono con me fisicamente e moralmente, parenti, figli, davvero tutti. Accanto a me ora c’è anche la SAMOT, dottori, infermieri, operatori, mi aiutano, mi supportano, sono presenti. Non ho bisogno di andare da nessuna parte. Sono a casa mia tra la mia gente, nella mia terra, ca m’accuccia e mi vasa. Spero che capiate quindi se non cerco chimere altrove, non è perchè vi amo poco, tutto il contrario. Ecco il mio secondo libro, parte del ricavato andrà in beneficenza. Si intitola VIVA la VITA! Lo dirò fino alla nausea. Vi voglio bene.

Maria Agrippina Amantia

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